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“Now And Then” è l’ultimo giro di giostra dei Beatles

“Now And Then” dei Beatles, capolavoro o meno, è romanticamente l’ultimo vero prezioso cimelio di un’epoca che non c’è più, l’ultimo commovente tassello del puzzle

Se negli anni Settanta ci avessero chiesto di entrare in una capsula del tempo immaginaria, un flash forward nel futuro fino all’anno 2023, la fantasia ci avrebbe senza dubbio catapultati in un freddo e surreale scenario di auto volanti e robot, automatismi meccanici ed emozioni azzerate. In un pomeriggio autunnale di novembre, cielo grigio e allerta meteo, l’atmosfera ben si prestava ad un vagabondare tra i ricordi. Così ieri ci siamo davvero entrati nella macchina del tempo, per un viaggio tumultuoso di emozioni contrastanti, ora ai Settanta, poi ai Novanta per un improvviso sobbalzo turbolento ai giorni nostri. La storia della musica era lì, su un vecchio nastro custodito da Yoko Ono, risalente al periodo in cui John Lennon si era apparentemente fermato con tour e musica. Le pareti del Dakota testimoniavano quanto in realtà, anche con Sean, il figlio a cui dedicava tutte le sue attenzioni, John non avesse mai abbandonato il pianoforte.

Tre brani, tre demo. Free As a Bird, Real Love e Now And Then furono nel cassetto di Yoko per anni, fino al 1994, quando decise di condividerli con Paul, George e Ringo. Se le prime videro la luce nell’anno successivo, Now And Then ritrovò posto nel cassetto, stavolta quello di Paul. La voce di Lennon ovattata, il piano che la sovrastava resero vani gli sforzi dei tre Beatles e i tentativi di ingegno tecnologico di metà anni Novanta. Un salto in avanti di ben un quarto di secolo, dal 1995 al 2023 vede sorprendentemente risuonare nelle casse la voce cristallina di John Lennon, un giro di basso di Paul, la batteria di Ringo, un assolo ripreso dal vecchio tentativo di registrazione di George. Ed ecco, il tutto accompagnato dagli immancabili archi e cori beatly ad opera di Giles Martin, figlio di George. Now And Then parrebbe un prodotto preconfezionato, un lavoro ad opera di quell’intelligenza artificiale tanto miracolosa quanto artefatta. Un’idea che il più cinico, distaccato e lontano dalla cultura Beatles accosterebbe a quell’orrore, spesso in uso, degli ologrammi. Un tentativo vano di riportare in vita chi non c’è più, guidato da case discografiche, questioni economiche e freddi guadagni. 

Eppure, se ci si svestisse del pregiudizio, se ci si accostasse con più attenzione, prestando un orecchio consapevole, la traccia e l’opinione che ne consegue risulterebbero più autentiche di quanto si pensi. Now And Then, capolavoro o meno, è tale in quanto riportato in vita, dopo aver viaggiato nel tempo, dopo aver visto George imbracciare la chitarra, andarsene e ritornare più incisivo di allora, dopo aver immaginato Paul riaprire quel cassetto con determinazione, per non lasciare nulla di intentato, dopo aver pensato a Ringo chiedersi se anche Lennon avrebbe fatto tutto questo. John lo avrebbe fatto eccome, aperto com’era al gioco, alla sperimentazione, alle nuove strade musicali. Avrebbe continuato a farlo proprio come aveva fatto fin quando gli è stato concesso. Now And Then è romanticamente l’ultimo vero prezioso cimelio di un’epoca che non c’è più, l’ultimo commovente tassello del puzzle che sarà, ancora una volta, storia della musica.